Sentenza Cedu Fonderie Pisano, assemblea a luglio dei 151 ricorrenti
“La sentenza della Corte europea dei Diritti Umani conferma ciò che denunciamo da quasi trent’anni: l’attività delle Fonderie Pisano ha prodotto un danno grave alla salute e alla dignità di un intero territorio. La priorità, dunque, non è certo aprire nuovi comitati estemporanei ed inutili tavoli, ma chiudere definitivamente il “mostro” e rendere giustizia a chi ha già pagato con la vita”, lo dice il presidente del comitato Salute e Vita Lorenzo Forte. “In qualità di primo firmatario del ricorso che vede 151 ricorrenti, messi insieme e guidati dall’associazione “Salute e Vita”, che da decenni porta avanti con sacrificio questa battaglia, affermo con fermezza che la logica del profitto non potrà mai prevalere sul diritto alla vita e alla salute delle persone. Il prossimo 26 luglio riuniremo in assemblea tutti i ricorrenti e lo studio legale romano di diritto internazionale, Saccucci & Partners, che ha presentato e vinto il ricorso alla Corte europea dei Diritti Umani: lì, in modo trasparente e condiviso, insieme alla presenza del professore Andrea Saccucci e dell’avvocata Roberta Greco, valuteremo i passi successivi sul piano giudiziario e sulle richieste di risarcimento. Chi vuole davvero la tutela della Valle dell’Irno si unisca a questo percorso, anziché tentare di aprirne di paralleli per capitalizzare visibilità e consensi. Tengo a sottolineare che con il Comune di Baronissi – e con la sindaca Anna Petta in particolare – abbiamo avviato da tempo un confronto costruttivo, sostenuto da progetti di sensibilizzazione rivolti ai giovani. Confido che questo dialogo, fondato su rispetto istituzionale e obiettivi condivisi, prosegua senza interferenze di altra natura. A chi oggi appare all’improvviso col sorriso in foto di circostanza, ricordo che in tutto questo tempo non li abbiamo visti nelle strade, nei tribunali, nei presidi sanitari. Il tempo dei flash è scaduto: ora servono decisioni coraggiose per proteggere la vita dei cittadini ed onorare la memoria di chi l’ha già persa”, conclude l’ambientalista.